domenica 29 aprile 2012

California: è caccia al meteorite !

dal Corriere della Sera >Scienze >
NELLA STESSA ZONA NEL 1848 SI SCATENÒ LA FEBBRE DELL’ORO
California: è caccia al meteorite. 
Studiosi e appassionati accorrono nella contea di El Dorado per i frammenti provenienti dalla fascia degli asteroidi

MILANO - Una scia di pietre nere cadute dal cielo, da Sacramento in California a Las Vegas nel Nevada, ha scatenato negli Stati Uniti quella che è stata battezzata la «caccia al meteorite». A decine, fra astronomi di grandi istituzioni come la Nasa o semplici collezionisti che comprano e vendono i loro campioni su eBay, sono sguinzagliati lungo oltre 500 chilometri a ridosso della West Coast per accaparrarsi quel che resta di una grande fireball (palla di fuoco) apparsa giorni fa. L’oggetto, luminoso quanto la luna piena, è sfrecciato nei cieli della California esattamente alle 7,51 di domenica 22 aprile, producendo un grande boato e lasciandosi dietro una densa scia di fumo.


La caccia ai resti del bolide    

FRAMMENTI - Fin qui niente di strano: si tratta di uno dei tanti bolidi che, di tanto in tanto, solcano i cieli in tutto il mondo, hanno commentato lì per lì gli astronomi californiani. A generare il fenomeno è stato, molto probabilmente, uno dei frammenti schizzato via dalla fascia degli asteroidi (una specie di deposito di detriti planetari posto fra le orbite di Marte e Giove), poi avvicinatosi alla Terra, tanto da essere risucchiato dalla sua potente forza d’attrazione gravitazionale. All’ingresso con l’atmosfera, a causa delle elevatissime temperature generate dall’attrito, questi frammenti di asteroidi si disintegrano con una spettacolare esplosione. Di solito, del corpo penetrato in atmosfera non restano altro che una scia di fumo sospesa nell’aria e una miriade di microscopiche sferule cosmiche.
CONDRITI CARBONACEE - Ma stavolta è andata diversamente, racconta Peter Jenniskens, esperto di meteoriti presso l’Ames Research Center della Nasa: «Abbiamo cominciato a trovare frammenti grandi alcuni centimetri presso l’Hernningsen Lotus Park e poi negli immediati dintorni. Sono inequivocabilmente dei meteoriti, con la tipica crosta di fusione che si forma all’ingresso con l’atmosfera. A una prima analisi sembrano condriti carbonacee, frammenti dello stesso materiale da cui si aggregarono i pianeti circa quattro miliardi e mezzo di anni fa». Il bottino appare prezioso non solo perché l’analisi di questi frammenti aggiunge informazioni su quelli che sono considerati i mattoni costitutivi del nostro sistema solare, ma anche perché all’interno delle condriti carbonacee sono stati trovati vari tipi di amminoacidi: i composti fondamentali dei viventi, rafforzando la convinzione che gli ingredienti della vita sono sparsi ovunque nell’universo.TESTIMONIANZE - «Il nostro proposito, oltre che assicurare ai laboratori scientifici il maggior numero dei meteoriti caduti a terra», aggiunge Jenniskens, «è anche quello di stabilire da dove provenisse il bolide del 22 aprile. Cosa che sarà possibile raccogliendo il maggior numero di testimonianze sulla sua traiettoria. Per questo abbiamo lanciato un appello ai testimoni oculari e anche ai possessori di telecamere di sorveglianza, nella speranza che il bolide sia stato inquadrato da qualcuna di esse». Da una prima valutazione, basata sulla luminosità apparente del bolide, sulla sua traiettoria, e sul bang acustico che ha accompagnato la sua esplosione, gli esperti valutano che il corpo celeste fosse di modeste dimensioni, non superiori a quelle di un’automobile di media cilindrata, e che una cospicua parte dei suoi frammenti sia concentrata nella contea di El Dorado, in California, dove ora si sta radunando la maggior parte dei cacciatori di meteoriti, molti dei quali hanno già trovato altri frammenti e li esibiscono orgogliosamente a emittenti televisive e giornali locali. Per singolare coincidenza, diversi frammenti del bolide californiano sono stati raccolti a Sutter’s Mill, il villaggio in cui Marshall e Sutter, nel lontano 1848, trovarono le pepite d’oro nascoste fra le sabbie fluviali, dando origine alla mitica «febbre dell’oro» che, in pochi anni, richiamò nella zona centinaia di migliaia di americani a caccia di fortuna.

Franco Foresta Martin



















28 aprile 2012 | 17:31                                                                               Fonte : Correire della Sera - Scienze.it

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